Scuola, 1.700 precari fanno causa - Ravenna - Corriere di Romagna



Scuola, 1.700 precari fanno causa
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RAVENNA. Maxi causa dei precari della scuola: in settimana, sarà il giudice del lavoro di Ravenna il primo in Italia a emettere una sentenza sul caso che, solo in provincia, coinvolge oltre 1.700 persone tra docenti e personale Ata, ma che a livello nazionale ne investe oltre 20mila. Due i filoni dei ricorsi presentati: almeno un migliaio di precari al lavoro nelle scuole ravennati chiede di vedersi riconoscere, col diploma magistrale conseguito prima del 2001, l’accesso alle graduatorie nonostante il colpo di spugna inferto nel 2007 quando le graduatorie vennero chiuse lasciando fuori tutti i diplomati fino al 2001; e sono invece almeno in 700, tra docenti e personale Ata, a chiedere la stabilizzazione e risarcimenti dopo oltre 36 mesi di precariato, come “suggerito” dalla Corte europea.
Dunque, il giudice del lavoro Roberto Riverso emanerà in settimana la prima sentenza italiana sui maxi ricorsi: sul filone di chi chiede l’accesso alla graduatoria pur da diplomati prima del 2001, in realtà si è già espresso appena qualche giorno fa il Tar del Lazio che ha accolto la tesi di 5mila ricorrenti in tutta Italia. Altre decisioni del Tar sono attese per il 29 settembre e per ottobre, ma per il momento è alla sentenza del giudice Riverso che il mondo della scuola guarda sospirando, nella speranza che possa aprire la strada a una pioggia di risarcimenti e contratti di stabilizzazione.
«Esiste una fascia di diplomati magistrali antecedente al 2001-2002 - spiega la segretaria provinciale della Flc Cgil, Marcella D’Angelo -, questo diploma dava l’abilitazione all’insegnamento ma in realtà non è mai stato considerato titolo abilitante. Sicché quando nel 2007 si sono chiuse le graduatorie e tutti i diplomati magistrali antecedenti al 2001 non hanno potuto inserirsi, sono scattati i ricorsi. Nel 2014, il Consiglio di Stato lo ha definito abilitante, quindi tutte le persone che nel 2007 non sono state inserite in graduatoria hanno subito un danno, da qui la vertenza al giudice del lavoro per chiedere l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento». Più semplice la dinamica di chi chiede invece l’assunzione dopo 3 anni di precariato. «Già una sentenza della Corta europea ha imposto di assumere tutte queste persone - allarga le braccia la D’Angelo -, ma l’Italia non si è conformata ma ha continuato a reiterare i contratti studiando escamotage diversi. L’ultima riforma addirittura dice che, siccome l’Europa ha imposto che dopo 36 mesi non si possono più avere contratti precari, dunque devono essere di fatto licenziati. E non assunti». Con la stabilizzazione, chiedono anche la ricostruzione degli anni di precariato ai fini della pensione e un risarcimento morale. La speranza dei 1.700 precari ravennati e delle scuole ravennati è che il «giudice del lavoro si pronunci in modo positivo perché è improponibile che un titolo spendibile prima della chiusura delle graduatorie non lo sia dopo solo perché il governo se l’è dormito. Per parlare di questi e altri temi, abbiamo chiesto al prefetto un incontro: saremo ricevuti il 30 settembre».
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