Scuola, il Governo taglia ancora l'organico dei docenti
Il presidente Vasco Errani e l'assessore alla Scuola Giovanni Sedioli (foto): "I tagli del Governo puniscono l'Emilia-Romagna"
Il Ministero taglia ancora l’organico dei docenti in Emilia-Romagna. Saranno 1.193 gli insegnanti in meno il prossimo anno scolastico. I dati sono stati presentati ieri dall’Ufficio Scolastico Regionale, nel corso Conferenza regionale per il sistema formativo che si è tenuta in Regione.
Duro il commento del presidente della Regione Vasco Errani e dell’assessore regionale alla Scuola Giovanni Sedioli.“I tagli del Governo puniscono l’Emilia Romagna. Il Ministero lo ha presentato come un taglio del 3%, uno dei più bassi a livello nazionale, ma in realtà sarà di circa il 5%, visto che non ha tenuto conto della crescita della popolazione scolastica in Regione, la crescita più alta a livello nazionale. E’ la logica assurda dei tagli lineari e della chiusura al confronto per verificare le esigenze concrete dei territori. L’Emilia-Romagna è da tempo al di sopra di tutti i parametri quantitativi determinati dal Ministero, in rapporto al dimensionamento, al numero alunni/classe e alunni/docente, e la qualità della sua scuola è riconosciuta”.
“E’ sbagliato in generale disinvestire sulla scuola, è politicamente e socialmente drammatico che si inventino processi di razionalizzazione di spesa che puniscono le situazioni più virtuose – spiegano Errani e Sedioli - Non sono ancora disponibili tutti i dati sugli effetti di dettaglio dei tagli sui singoli territori, ma sicuramente i cittadini avranno meno servizi scolastici (particolarmente colpita sarà la scuola dell’infanzia) e meno tempo scuola (tempo pieno, tempo prolungato) ed è a rischio concreto la sopravvivenza delle scuole di montagna, la cui presenza è la base stessa dell’esistenza dei centri abitati. Non dimentichiamo che a tutto questo si associa la riduzione del personale non docente e l’insufficienza delle risorse per la gestione ordinaria della scuola. Insomma, si profila un anno scolastico difficile, anche alla luce della partenza di una riforma della scuola superiore affrettata e non accompagnata dai necessari provvedimenti di sostegno (formazione dei docenti, libri di testo, accordi sulle qualifiche professionali)”.
“Chiediamo al Ministero – dicono il presidente Errani e l’assessore Sedioli - di rivedere quanto al momento determinato, autorizzando un numero maggiore di docenti. Siamo certi che i parlamentari eletti in questa regione, gli enti locali, le scuole, il sistema economico, le forze sociali condividono l’obiettivo di una scuola forte e qualificata, base dei diritti di cittadinanza e condizione per lo sviluppo economico. Chiediamo loro un impegno in questo senso, come è avvenuto in occasione della costruzione del patto per attraversare la crisi. Contiamo che l’Ufficio scolastico regionale e gli Uffici scolastici provinciali potranno e vorranno rappresentare al Ministero la legittimità ed il fondamento della richiesta indicata. La Regione continuerà comunque ad assicurare alle scuole il proprio sostegno per un migliore funzionamento ed ai cittadini l’iniziativa politica perché la scuola sia un terreno prioritario di investimento e qualificazione”.
Duro il commento del presidente della Regione Vasco Errani e dell’assessore regionale alla Scuola Giovanni Sedioli.“I tagli del Governo puniscono l’Emilia Romagna. Il Ministero lo ha presentato come un taglio del 3%, uno dei più bassi a livello nazionale, ma in realtà sarà di circa il 5%, visto che non ha tenuto conto della crescita della popolazione scolastica in Regione, la crescita più alta a livello nazionale. E’ la logica assurda dei tagli lineari e della chiusura al confronto per verificare le esigenze concrete dei territori. L’Emilia-Romagna è da tempo al di sopra di tutti i parametri quantitativi determinati dal Ministero, in rapporto al dimensionamento, al numero alunni/classe e alunni/docente, e la qualità della sua scuola è riconosciuta”.
“E’ sbagliato in generale disinvestire sulla scuola, è politicamente e socialmente drammatico che si inventino processi di razionalizzazione di spesa che puniscono le situazioni più virtuose – spiegano Errani e Sedioli - Non sono ancora disponibili tutti i dati sugli effetti di dettaglio dei tagli sui singoli territori, ma sicuramente i cittadini avranno meno servizi scolastici (particolarmente colpita sarà la scuola dell’infanzia) e meno tempo scuola (tempo pieno, tempo prolungato) ed è a rischio concreto la sopravvivenza delle scuole di montagna, la cui presenza è la base stessa dell’esistenza dei centri abitati. Non dimentichiamo che a tutto questo si associa la riduzione del personale non docente e l’insufficienza delle risorse per la gestione ordinaria della scuola. Insomma, si profila un anno scolastico difficile, anche alla luce della partenza di una riforma della scuola superiore affrettata e non accompagnata dai necessari provvedimenti di sostegno (formazione dei docenti, libri di testo, accordi sulle qualifiche professionali)”.
“Chiediamo al Ministero – dicono il presidente Errani e l’assessore Sedioli - di rivedere quanto al momento determinato, autorizzando un numero maggiore di docenti. Siamo certi che i parlamentari eletti in questa regione, gli enti locali, le scuole, il sistema economico, le forze sociali condividono l’obiettivo di una scuola forte e qualificata, base dei diritti di cittadinanza e condizione per lo sviluppo economico. Chiediamo loro un impegno in questo senso, come è avvenuto in occasione della costruzione del patto per attraversare la crisi. Contiamo che l’Ufficio scolastico regionale e gli Uffici scolastici provinciali potranno e vorranno rappresentare al Ministero la legittimità ed il fondamento della richiesta indicata. La Regione continuerà comunque ad assicurare alle scuole il proprio sostegno per un migliore funzionamento ed ai cittadini l’iniziativa politica perché la scuola sia un terreno prioritario di investimento e qualificazione”.
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